Diario di Bordo

“È una nottata piacevole in cui fermarsi e raccogliere le proprie emozioni e spingere verso il cuore per unirle con le altre vissute durante la route.”

“È stato quel peso necessario, per me, a dare il massimo attraverso tutto l’entusiasmo e la voglia di fare, di stare (e questo per me non era mai abbastanza). Quest’esperienza si è rivelata PIENA. Piena di emozioni per gli sguardi felici e soddisfatti…”

“Questa route è stata una scintilla, l’inizio di una nuova fase, non la fine di un percorso, ma l’inizio di un nuovo modo di vivere il servizio e la vita. Vivere il servizio come “esserci”, semplicemente esserci per chi ha bisogno di noi, donandoci a lui al meglio delle nostre capacità, perché se lo merita.”

“Vedere per tre giorni di fila bambini che non avevano niente, ma proprio niente e che ogni mattina quando arrivavi facevano un sorriso a 32 denti, tutto questo suscitava in me un insieme di sensi sia di felicità ma anche di ammirazione infinita come se stessi assistendo ad un evento eccezionale.”

“Dio mi ha messo alla prova, mi ha chiesto di regalare anche a loro un momento di gioia, mi ha chiesto di STARE con loro, non mi ha chiesto di fare un bel niente… solo di stare.”

“SERVIZIO, ROUTE DI SERVIZIO. Pensavo di essere ben preparata su questi due termini invece mi trovo a pensare che in realtà la route di servizio sia solo un instradamento verso il servizio vero che non riguarda solo bambini rumeni, vecchietti albanesi o malati moldavi. Il servizio vero riguarda gli altri, tutta l’umanità, tutti coloro che mi circondano hanno dei bisogni e per vivere la mia vita nel servizio dovrò anteporre il loro bene al mio bene.”

“A volte sei preparato a volte no, ma quando ‘sei colto dal servizio all’improvviso’ anche senza accorgertene, basta esserci con il cuore, alla fine la gioia più grande.”

“A questo punto penso proprio che voglio tornare a casa con un nuovo “paio d’occhiali” che mi aiutino a scrutare meglio chi ho intorno e a provare a rendermi utile. Perché ricevere il sorriso di qualcuno a cui hai prestato servizio (o semplicemente sei stato lì per lui) è più gratificante di qualunque altro bene materiale.”

“Basta poco, molto poco, per fare del bene, gran bene. Sono venuto fino in Romania per capire che non importa che tu faccia servizio ai terremotati oppure bambini del centro estivo oppure nelle branche… Se ci metti il cuore, fai del bene allo stesso modo, però ci devi stare… e stare veramente.”

“Vorrei dire un grande Multsumesc (grazie in rumeno) a tutto il clan per avermi spinto sulla direzione di questa route e avermi dato la possibilità di vivere una tale esperienza.”